Conobbi Libera una sera nel suo studio. Oltre ad essere editore mi capita di posare come modello per fotografə che abbiano qualcosa da raccontare attraverso il mio corpo. Doveva essere un incontro conoscitivo per organizzare un servizio e divenne l’inizio di una ricca e sentita amicizia. Fuori dagli schemi sia Libera che la nostra interazione amicale, apparve da subito una netta cesura: un lungo silenzio senza apparente spiegazione. Quando riapparve all’orizzonte relazionale arrivò con un diario e mi fece vedere delle pagine in cui raccontava della sua intensa esperienza emotiva, psichica e fisica che giustificava e dava senso a quella cesura. Da subito capii ben poco ma rimasi colpito dalla forza che trasudavano quelle illustrazioni, quei fumetti. Forza pura e dirompente di una disperazione che non riesce a disperarsi. Di una esistenza che non riesce a incasellarsi nei percorsi prestabiliti, né della normalità, né della follia. Quelle pagine che non potevano rimanere in quel diario, perché la loro forza espressiva preme continuamente per espandersi e contaminare, vengono ora riprodotte su questo volume. Da fotografa quale è, nonostante l’esperienza vissuta e raccontata, riuscì anche a scattare delle foto, analogiche, con una macchina usa e getta. Quelle foto, qui pubblicate insieme alle illustrazioni a fumetto, invece che essere testimonianza reale di un contesto provocano la domanda fondamentale per ogni intelligenza autentica: che cosa è realtà?
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– Christian Nanti –







